Io sono…

Con la mia, cinque generazioni di ombrellai a Torino.

Mi chiamo Carlo Suino e sono nato a Torino in un giorno piovoso di ottobre del 1963, sono figlio di Marina Crua e Fioravanti (II) Suino, nipote di Carlo (I), bisnipote di Fioravanti (I), trisnipote di Bernardo.

Ognuna ha fatto la sua parte e ha imparato, faticato, migliorato, inventato e tramandato qualcosa che ha lasciato un segno e che io ho raccolto: già a due anni mi addormentavo nei ritagli di stoffa in laboratorio e respiravo gli odori degli appretti, dei mordenti, della celluloide, del Rayon®, del Nylon®, della seta, delle essenze di legno di acero, di acacia, di ginestra, del bamboo, della malacca: ricordi olfattivi, i più profondi… dopo qualche anno giocavo curioso in mezzo ai bocia (ragazzi di bottega), guardando tutti tagliare, infilare, curvare, cucire… perché come diceva nonno Carlo quando gli chiedevo di insegnarmi qualcosa, “il mestiere non si insegna, lo si ruba guardando” e ad ogni martellata sulle dita “a l’è al mestè c’a intra”.

Così a dodici anni ho montato il mio primo fusto, a tredici cucivo le fodere alla macchina Adler, a quindici montavo gli ombrelloni. Cresciuto, ho deciso di studiare qualcosa di utile e mi sono diplomato in chimica tintoria per affrontare gli ombrelli non solo con la passione ma anche con nuove competenze.
Dopo un periodo dedicato agli ombrelloni, nei primi anni ’90 ho deciso che gli ombrelli erano più affascinanti e meritavano di essere rivalutati quindi, in un modo che mi è caratteristico li ho portati controcorrente.

Ombrelli sempre più ricercati contro ombrelli sempre più dozzinali. Creazioni sempre più uniche e sartoriali contro produzioni sempre più veloci e seriali, ombrelli tramandabili da nonno a nipote contro ombrelli che vivono tre piogge.

L’ombrellaio di Torino:
piacere, sono io.